Spesso ci troviamo a vivere in un mondo di contraddizioni e non ce ne rendiamo conto, forse perché ci siamo talmente abituati all’idea della “contraddizione” che non ci facciamo più neppure caso quando la vediamo!
Leggo, su di una Rivista, che scrive in favore della vita umana e della sua tutela, una lettera alla Redazione, nella quale un ragazzo di 30 anni, chiede aiuto perché la sua fidanzata vuole abortire il figlio che stanno aspettando. Lui vuole questo bambino, ha anche la possibilità economica per assicurare una certa serenità alla madre ed al figlio, ama la sua ragazza, ma non sa come fare per non farla ricorrere all’aborto.
Medito su questa lettera: ma come, tante coppie non riescono ad avere un figlio naturalmente e qui, che il figlio c’è già nel grembo, lo si vuole uccidere???
Sempre in questi giorni, non si fa altro che leggere ed ascoltare di tutto sulla Legge sulla FIVET: commenti sia negativi che positivi. Chi dice che va bene e chi la vuole abrogare! Intanto, in ogni caso, tutti stanno parlando e riparlando di qualcuno che invece nessuno ascolta: il bambino nel grembo materno!
E’ lui il vero ed unico protagonista di tutte queste vicende, è lui colui che nasce o colui a cui viene negata la vita, con l’uccisione, prima ancora di vedere la luce. In una società, in cui a prevalere è la logica (ma si può ancora chiamare tale?) dell’avere piuttosto che quella dell’essere, si parla, si decide, si fanno leggi, si propongono referendum, su “qualcuno” che ha il diritto di vivere come tutti quanti noi: il neoconcepito.
Lui, il vero protagonista, il vero interlocutore, il vero soggetto di tutte queste varie discussioni pro o contro che siano, lui, proprio lui è quello che invece viene considerato solo “oggetto”. Questa piccola creatura umana, che non ha ancora la possibilità di urlare, di difendersi, di poter lottare, lui è al centro di tutto questo. Ma l’uomo si chiede mai cosa possa pensarne il bambino di tutto questo?
Ho visto il filmato su internet “il grido silenzioso” del Dott. Nathanson. Sono riuscita a guardarne le immagini fino ad un certo punto perché poi l’angoscia che mi è venuta, nell’assistere ad una morte così cruenta di una piccola vita umana, mi ha talmente sconvolta, da non permettermi di andare oltre. Lui, vita umana indifesa, piccola creatura ad immagine del Creatore, oggetto di mille parole e discorsi, lui è lì, col suo urlo silenzioso a chiedere aiuto, a gridare che ha diritto anche lui a vivere, ad andare avanti, a vedere la luce del sole, a correre nei prati, ad andare a scuola, a correre ed inciampare e sbucciarsi le ginocchia come tanti altri bambini. Ma invece c’è chi per lui decide che non deve vivere, che non deve venire al mondo, che deve essere ucciso! La scienza e la tecnica avanzata di oggi, ci permettono di vedere questa piccola creatura fin dai primi istanti della sua presenza nel grembo della madre, è possibile ascoltarne il battito cardiaco, vederne le membra, il viso, le mani che si muovono, è possibile vedere la sua vitalità, il suo “voler vivere” a tutti i costi!
Nel filmato di cui vi ho accennato, si vede proprio come il bambino cerchi di difendersi, nell’utero, da quell’attacco esterno che gli toglierà la vita, si vede la sua bocca aprirsi come per urlare: il suo urlo silenzioso che nessuno ascolta. L’urlo silenzioso di una vita che sta per essere soppressa, l’urlo che è silenzioso perché chi sta procedendo a questa “esecuzione” non vuole ascoltarlo, non vuole conoscerlo, non vuole sapere. E queste urla si ripetono tante volte nei vari ospedali durante la pratica dell’interruzione volontaria della gravidanza. Tante urla silenziose che invece parlano molto più di tutti i discorsi che tanti vogliono fare, e fanno, sul neoconcepito. Ma a che servono tutte queste parole??? Lì ci sono vite umane alle quali viene negato il diritto fondamentale per tutti noi: vivere.
Si possono dire tutte le più belle parole sulla vita umana, si possono fare tutti i discorsi più coinvolgenti possibili, ma fino a quando ci sarà anche un solo bambino, al quale verrà negato di nascere e di vivere, la nostra civiltà sarà sempre una civiltà che di umano forse ha poco, visto che non ascolta quell’urlo silenzioso che non chiede altro se non di voler semplicemente vivere!
Adele Caramico Stenta