La Festa di S. Giuseppe……giorno 19 marzo. Una volta in questo giorno era festa sul serio. Gli uffici erano chiusi, come pure le scuole, ecc…
Si andava a Messa, si festeggiava lo Sposo di Maria nel modo più giusto.
Ora tutti ricordano questa data ma….è la festa del papà.
E…. S. Giuseppe che fine ha fatto????
I Vangeli non ci dicono molto di lui, ce ne viene accennato appena qualcosa, solo all’inizio, nel periodo che riguarda prima, e subito dopo, la nascita di Gesù.
“Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo” (Mt 1, 18).
Il Nome di Giuseppe viene associato, dal primo momento, a quello della sua sposa e, soprattutto, a quello di Gesù: il Figlio che gli viene affidato, direttamente dal Padre Celeste, per crescerlo ed educarlo, come se fosse un suo figlio di sangue.
Giuseppe si trova davanti ad un mistero che è incomprensibile per lui, troppo grande per la sua mente semplice, troppo profondo per essere capito fino in fondo. Non si spiega come, la sua promessa sposa, possa trovarsi ad aspettare un figlio, che non è suo, come possa avergli potuto fare questo. Ma la sua bontà ed il suo amore per Maria gli fanno decidere per il ripudio in segreto. Ma il piano di Dio era diverso da quello umano ed ecco che, al falegname di Nazareth, appare un angelo che gli dice:
“Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1, 20b-21).
Il Padre della Vita affida a quest’uomo semplice ed umile la Madre di Suo Figlio e lo stesso Salvatore del mondo. Il compito dello Sposo di Maria non sarà semplice, dovrà affrontare tante difficoltà, dovrà fuggire in Egitto per salvare questo figlio che gli è stato affidato e che lui crescerà ed educherà nel modo migliore in cui un padre possa fare.
Dai Vangeli appare proprio la figura di un uomo particolare. Giuseppe di Nazareth, l’uomo del silenzio, di cui si parla poco ma che forse parlava poco anche lui, uomo riflessivo e affidato completamente al Dio dei Padri. Si fida di ciò che l’Angelo gli dice, si affida alla volontà del Creatore, senza replicare nulla.
Ecco, spostiamo ora la nostra attenzione da S. Giuseppe alla festa del papà.
La paternità oggi, come la maternità, è molto importante. Il ruolo paterno, in una società in cui troppo spesso, i ruoli non si comprendono, si disperdono, si riempiono di ideologie che ne confondono le radici e i loro veri significati, è un ruolo indispensabile.
La figura del padre, come quella della madre, è di fondamentale importanza per la crescita di un bambino, sia dal punto di vista dello sviluppo psicologico e sia per la sua armonia con se stesso e con il mondo che lo circonda.
Oggi, a differenza dei tempi passati, la figura paterna è molto più partecipe della vita familiare.
Ogni padre dovrebbe prendere come esempio proprio la figura di S. Giuseppe, la sua condivisione della vita familiare, la sua corresponsabilità nel crescere il Figlio di Dio, la sua pacatezza e laboriosità; la sua spiritualità.
Come festeggiare i nostri papà?
Con amore, affetto, e soprattutto con semplicità.
Non facciamo ridurre questa festa ad un evento consumistico: non sono i regali che contano e costruiscono i sentimenti, ma sono i sentimenti che, manifestati e incrementati nel modo giusto, fanno, anche di un giorno qualunque, un giorno di festa: l’Amore è, e deve essere, il regalo più bello di ogni festa.
Auguri a tutti i papà.
Adele Caramico Stenta