La scelta del matrimonio, come abbiamo già detto altre volte, non deve essere una ‘scelta qualsiasi’, ma essere frutto di un’accurata meditazione e di un profondo discernimento.
Il matrimonio è una vocazione alla quale si risponde come per le altre vocazioni: con amore, generosità, fede e sacrificio.
Nulla, nella vita spirituale dell’uomo, può essere esente dal fare sacrifici e dal portare, con Gesù, la croce di ogni giorno.
Francesco d’Assisi parla spesso di essere ‘strumenti’ del Signore, chiede al Signore di essere lui stesso suo strumento per portare pace, amore, concordia, perdono, consiglio, ecc…
Abbiamo mai pensato a come tutto questo si potrebbe applicare bene alla vita coniugale?
Innanzitutto bisogna partire dal comprendere cosa significhi essere ‘strumenti’ del Signore.
Lo strumento serve per fare qualcosa, viene adoperato, di solito, dall’uomo per poter portare a termine un’opera.
Il contadino usa quegli strumenti adatti per dissodare il terreno, per poterlo smuovere e poi poterlo coltivare.
Il Signore ha noi come suoi strumenti, non siamo mossi da mano d’uomo (altrimenti saremmo delle cose) ma da Mano Divina, per realizzare sulla terra il Suo Piano Celeste.
Allora, come si potrebbe essere strumenti del Signore nella vita matrimoniale?
Vivere il matrimonio come sacramento significa camminare insieme, marito e moglie, verso la stessa meta: il Signore.
Questa meta deve essere raggiunta da entrambi, e ciascuno deve aiutare l’altro a superare gli ostacoli che, inevitabilmente, si porranno davanti durante il cammino.
Il marito diventa strumento del Signore affinché la sua sposa possa andare avanti sulla strada segnata da Gesù; e allo stesso modo la moglie diventa strumento del Signore perché il proprio sposo possa camminare sulla strada che Gesù ha segnato anche per lui.
Ma queste strade non sono separate, bensì convergono perché è ‘insieme’ che i coniugi debbono camminare, sostenendosi a vicenda, per portare a compimento la missione loro affidata.
Camminando per raggiungere la meta, gli sposi cristiani mettono a disposizione loro stessi, la loro vita, la loro volontà, per il Regno di Dio: diventano ‘strumento’, l’uno per l’altra, per la comune santificazione.
E, proprio come strumenti di Dio, sono veicolo della fede anche per i loro figli, di cui hanno la responsabilità, e di coloro coi quali vengono a contatto ogni giorno.
Essendo strumenti del Signore, diventano Suoi annunciatori su questa terra, Suoi apostoli e seguaci, in quella vocazione particolare e piena di responsabilità, soprattutto nei tempi attuali, che è il matrimonio.
E, camminando insieme, mano nella mano, accettando di essere ciascuno strumento di Dio per sostenere l’altro, percorrono quella via che è stata preparata per la loro salvezza eterna.
Adele Caramico Stenta