Non è semplice definire in modo univoco e completo tutti i “grandi” temi della bioetica. Il motivo è che questa disciplina riguarda l’etica della vita umana, e la vita dell’uomo comprende un’immensa sfera che sarebbe riduttivo il volerla indicare per intero con dei semplici “punti” o argomenti.
Un quadro generale però si può fare lo stesso, cercando di indicare i “fulcri” della bioetica di cui ai nostri giorni sentiamo anche molto parlare, specialmente in questi ultimi tempi.
Innanzitutto nella bioetica non c’è differenza fra vita prima del momento del parto e vita dopo il parto, nel senso che la stessa dignità e lo stesso rispetto che si deve al bambino appena nato, lo si deve e si riconosce fin dal momento del concepimento.
Quindi innanzitutto il centro degli interessi di cui la bioetica si occupa è la persona umana e il suo corpo, la sua salute quindi e la tutela della sua integrità fisica e psichica fin dal momento del concepimento.
Partendo da ciò si può affermare che la sfera dei “temi” include la genetica e la diagnosi prenatale.
In tale ambito si possono considerare compresi, in rapporto ovviamente all’etica, le varie tappe di questo “cammino” che va dai problemi legati alle diagnosi pre-natali a quelli delle manipolazioni sull’embrione umano, compresa la clonazione e le varie tecniche di fecondazione artificiale.
Sessualità e procreazione umana mettono in risalto il rapporto che dovrebbe esserci fra la libertà e, nello stesso tempo, la responsabilità nei confronti sia del sesso che della procreazione. E’ necessaria un’etica della procreazione responsabile che si basi su tre principi fondamentali: principio di responsabilità; principio della verità dell’amore; principio della sincerità.
Nell’ambito del discorso bioetico questi principi rivestono un ruolo molto importante, in quanto su di essi si fonda lo sviluppo della morale per quanto riguarda la sessualità umana.
Se non c’è un’idea sufficientemente chiara sull’etica della vita non si riesce neppure a comprendere il motivo per cui debba essere difesa fin dal primo istante del concepimento. E’ ciò che accade quando si arriva all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), o meglio detta “aborto volontario”. Quest’ultimo argomento è sempre dibattuto in quanto non comprenderne la gravità significa non conoscere il vero valore della vita dell’uomo e neppure la sua origine.
Come la bioetica affronta i problemi legati all’inizio della vita umana così fa anche per quanto riguarda il suo termine.
Dai mass media, ultimamente, siamo “bombardati” da notizie che riguardano il termine della vita dell’uomo, la sua definizione, come se spettasse a noi stabilire quando la vita di una persona debba cessare.
E’ il problema dell’eutanasia. (…). E’ terribile pensare a come si possa decidere della vita dell’altro in base a proprie convinzioni personali, in base a dei presupposti che nulla hanno a che vedere con il rispetto della dignità dell’altro e della sua integrità fisica e psichica. Eutanasia e bioetica non possono che “scontrarsi” in quanto il decidere il momento della morte di una persona è l’atto più disumano che un uomo possa compiere e, dal punto di vista cristiano, è la presunzione di poter decidere al posto del Creatore quando il cammino terreno di un uomo debba terminare.
A tutto ciò è legato il rispetto che si deve avere per l’ammalato, per il sofferente, per il diversabile. Il rispetto per l’altro include “tutti gli altri”, indipendentemente dalle condizioni particolari in cui si possano trovare.
La vita della persona umana è degna di essere vissuta sempre e la bioetica serve proprio ad aiutare a comprendere meglio tutto ciò che concerne l’esistenza dell’uomo ed a lottare perché venga sempre rispettata la persona umana nella sua totalità.
Adele Caramico Stenta
pubblicato sulla Rivista “Milizia Mariana”, 2009